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Sintomi visibili e invisibili:
la malattia di Fabry

I sintomi della malattia di Fabry possono interessare parti diverse dell’organismo.1 I primi sintomi clinici possono manifestarsi durante l’infanzia, generalmente a un’età compresa tra 3 e 10 anni, tendenzialmente qualche anno prima nei bambini che nelle bambine.2 Con l’età il danno progressivo agli organi vitali si sviluppa in entrambi i sessi.2 È importante tenere sempre presente che il monitoraggio clinico e regolare sono essenziali, poiché un’assenza di sintomi alla prima visita o alle valutazioni successive non preclude lo sviluppo di complicanze d’organo.1

Quali sono i possibili sintomi della malattia di Fabry?

I sintomi della malattia di Fabry includono:2

  • Episodi di dolore con sensazione di bruciore che ha inizio da mani e piedi e si irradia a tutto il corpo. Questi episodi di dolore vengono talvolta definiti “crisi di Fabry” e possono essere scatenati da febbre, attività fisica, stanchezza, stress o bruschi sbalzi termici
  • Assenza di sudorazione o sudorazione ridotta
  • Dolore addominale (spesso dopo aver mangiato), diarrea, nausea e vomito
  • Stanchezza cronica
  • Difficoltà a prendere peso
  • Angiocheratomi (lesioni cutanee) e gruppi di piccole protuberanze cutanee di color rosso scuro

I sintomi possono colpire anche sistemi organici vitali.1

    La malattia di Fabry e i reni

    Rene
    Malattia renale cronica

    La malattia di Fabry e il cuore

    Cuore
    Ipertrofia ventricolare
    sinistra e aritmie

    CervelloGli effetti della malattia di Fabry sul cervello

    Cervello
    Rischio di ictus e attacchi ischemici transitori

Questi sono solo esempi di sintomi della malattia di Fabry. È importante parlare con il medico, poiché i sintomi di questa malattia possono variare da persona a persona.

La malattia di Fabry è una malattia multisistemica

La malattia di Fabry è una patologia da accumulo lisosomiale causata da un deficit dell’enzima α -galattosidasi A che determina l’accumulo di globotriaosilceramidi, un tipo di grasso, in varie cellule dell’organismo.3 Questo può provocare una malattia multisistemica, che colpisce soprattutto reni, cuore e sistema nervoso.3

Specialisti di varie discipline possono collaborare per comprendere in che modo monitorare e trattare i sintomi del singolo paziente. Il team di professionisti può includere un neurologo, un nefrologo, un cardiologo, un genetista medico, un consulente genetico, uno psicologo e un infermiere/un’infermiera.1

Le donne con malattia di Fabry

In passato si pensava che le donne fossero solo portatrici del gene difettoso che causa la malattia di Fabry e che non ne sviluppassero i sintomi.2 Ora sappiamo che anche i soggetti di sesso femminile sono a rischio di sviluppare gravi manifestazioni della malattia.4

Nelle donne l’espressione della malattia è variabile: i soggetti di sesso femminile possono non manifestare alcun sintomo o presentare manifestazioni della malattia gravi quanto quelle tipicamente riscontrate nei soggetti di sesso maschile. Tuttavia, l’esordio dei primi sintomi e le complicanze in età adulta generalmente compaiono più tardi rispetto agli uomini.4

Oggi gli esperti riconoscono l’importanza di monitorare i sintomi nelle donne, cosi come avviene negli uomini.1

Il test e la diagnosi sono il primo passo verso il controllo della malattia

Ora che sono disponibili trattamenti per la malattia di Fabry, è importante che la diagnosi sia accurata e tempestiva affinché i pazienti possano essere individuati e trattati prima di incorrere in un danno d’organo irreversibile.5 Un gruppo di esperti nella malattia di Fabry ha riconosciuto crescenti evidenze su come l’avvio precoce del trattamento possa migliorare la risposta clinica.1

Quali sono gli esami usati per diagnosticare la malattia di Fabry?

Esistono due tipi di test tipicamente usati per la diagnosi della malattia di Fabry: un test che misura l’attività dell’enzima α-galattosidasi A e un’analisi genetica per individuare la mutazione del gene GLA.

  • Nei soggetti di sesso maschile la diagnosi può essere effettuata mediante il test dell’attività enzimatica che misura l’attività dell’α-galattosidasi A. Tuttavia, l’analisi genetica per confermare la mutazione del gene GLA che provoca la malattia è importante per diversi motivi, non da ultimo perché consente di testare i familiari a rischio1
  • Nei soggetti di sesso femminile, in cui spesso l’attività enzimatica nel plasma risulta nella norma, è necessaria l’analisi genetica per dimostrare la presenza di una mutazione patogena del gene GLA1

INIZIARE PRECOCEMENTE IL TRATTAMENTO PUÒ MIGLIORARE LA RISPOSTA ALLA TERAPIA1

Riferimenti: 

  1. Ortiz A, et al. Mol Genet Metab. 2018;123(4):416-427.
  2. Germain DP. Fabry disease. Orphanet J Rare Dis. 2010;5:30.
  3. Arends M, et al. J Am Soc Nephrol. 2017;28(5):1631-1641.
  4. Martins, AM, et al. The Journal of pediatrics. 2009;155(4): S19-S31.
  5. Desnick RJ, et al. Ann Intern Med. 2003;138(4):338-346.

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